Monte Coppe

La sentinella del Tremoggia e del Dente del Lupo.


Una facile e gratificante escursione alla scoperta di un angolo verdissimo del Gran Sasso per raggiungere una cima che a dispetto della quota non molto elevata costituisce un notevole punto panoramico tra alte montagne sino al Mare Adriatico. La passeggiata prende avvio dallo spiazzo antistante la “Baita della Sceriffa”, lo storico punto di ristoro immerso nel verde di Rigopiano che solo da qualche giorno ha potuto riaprire i battenti dopo la sciagura dello scorso inverno. Si giunge al punto di partenza percorrendo la Strada Provinciale 37 in direzione di Farindola; la strada è infatti chiusa proprio in corrispondenza della Baita che è quindi raggiungibile in auto solo dal lato teramano. Dallo spiazzo si percorrono all’indietro duecento metri della provinciale fino ad arrivare ad un piccolo casotto in muratura dove la scritta “F. Torricella” indica la via: per arrivare alla Fonte della Torricella ed omonimo Rifugio si percorrerà con diversi tornati una piacevole sterrata, inizialmente immersa nel bosco e poi allo coperto con bei panorami sulle colline verso il Mare Adriatico mentre sul lato a monte incombono ripidi i pendii erbosi che salgono alla dorsale sommitale del Siella. Il primo tratto di percorso è stato, a mio avviso, il più interessante dell’intera escursione poiché appena fuori dal bosco si incontrano folte colonie di peonie erbacee: nel mese di giugno ai lati della strada e nei prati all’intorno è pieno di questi fiori, già di per sé rari, che molto difficilmente si trovano in così diffusa presenza. Dopo una serie di tornanti la strada prosegue con un ultimo lungo traverso e già si intravede il tetto del rifugio e della grande stalla che è li a fianco mentre il Monte Coppe, che è subito alle spalle del rifugio, in questa mattina d’estate è purtroppo completamente avvolto da nuvole basse. Mi sa tanto che grandi panorami oggi non se ne vedranno: nei pressi del rifugio incontro infatti tre ragazzi che stanno tornando a valle dopo aver bivaccato in tenda propri nell’ampia conca che è sotto al Monte Coppe con l’intento (vano per via della nebbia) di vedere il sole sorgere dal mare ed avvistare i camosci che frequentano questi luoghi al primissimo mattino. Proseguo comunque fiducioso che ad un certo punto le cose possano volgere al meglio, anche in considerazione del forte vento che spira con continuità dal mare; superato il rifugio il sentiero si fa più impervio ma rimane sempre evidente e ben segnato sino a raggiungere la marcata insellatura sotto la cima del Monte Coppe alla quota prossima ai 1.900 metri. Qui si abbandona la traccia che verso sinistra sale alla Sella di Fonte Fredda e si attacca sul lato opposto l’ampio piano inclinato in direzione nord giungendo in breve sulla cresta sommitale del Monte Coppe e quindi alla cima indicata da un grosso ometto di pietre con annessa targa altimetrica. Ecco, non v’è dubbio che dalla cima debba esservi un panorama notevole verso le alte cime che sono proprio lì vicino ma che oggi non vogliono proprio uscire allo scoperto! Oggi bisogna dunque accontentarsi dell’aria frizzantina mentre tra una folata di vento e l’altra ogni tanto si apre qualche spiraglio tanto che per un attimo si intravede anche la ripida dorsale che sale al Monte Tremoggia che incombe su prati verdissimi; sul versante opposto la vista invece spazia abbastanza libera sul vasto territorio di colline e campi coltivati che giungono fino al Mare Adriatico.